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Lea Pericoli

 

Lea Pericoli. Nata a Milano il 22 marzo 1935 è stata campionessa d’Italia dal 1958 al 1975, con 264 presenze in nazionale e 30 Federation Cup.
Lea, che è stata il volto più bello e vincente del tennis femminile italiano sui campi di tutto il mondo, ha contribuito in modo decisivo alla popolarità e diffusione dello sport nel nostro paese. Il suo nome e la sua immagine rimangono ancora oggi uno dei simboli più riconoscibili dello sport femminile.
Sui campi nazionali Lea Pericoli ha dominato come nessun altro tennista conquistando 27 titoli assoluti. Soltanto Nicola Pietrangeli, pur essendo più forte a livello internazionale, si è avvicinato al suo record di campionessa italiana con 24 titoli.

Nei tornei del Grande Slam ha raggiunto gli ottavi a Wimbledon nel 1965, 1967, 1970, ripetendosi allo stesso livello per 4 volte al Roland Garros: 1955, 1960, 1964, 1971, dove è arrivata in semifinale nel doppio.
Tre vittorie in singolare a Montecarlo, 5 in doppio e 3 in misto. Ha vinto i tornei del Cairo, Casablanca, Beirut, Istanbul, Atene, Baastad, Mosca, Lugano, oltre a moltissimi tornei italiani dell’epoca. Tra le vittorie importanti si ricordano i successi contro: Shirley Bloomer, Karen Susman, Ann Haydon, Françoise Durr e Billie Jean King (tutte vincitrici di Grandi Slam).

In doppio con Silvana Lazzarino ha disputato 5 finali al Foro Italico, raggiungendo le semifinali del Roland Garros. Si è affermata nel Hyliffe Thrope campionato di doppio per nazioni, con 3 vittorie consecutive e 5 in totale.
Lea Pericoli  fu soprannominata “La Divina” dal giornalista  Giorgio Bellani e da Fausto Gardini quando la iscrissero a sua insaputa alle selezioni di “Miss Italia” a Cortina.  
In quella occasione Lea vinse il titolo di  “Miss Cinema Cortina” e fu invitata alle finali di Miss Italia, alle quali non partecipò. Anni più tardi vinse il titolo di Lady Milano.

I vestiti di Lea, disegnati da Ted Tinling oggi si trovano nel Victoria Albert Museum di Londra mentre nel Museo di Wimbledon si possono ammirare le immagini delle celebri coulotte di pizzo, opera dello stilista inglese, che fecero scrivere ai cronisti dell’epoca: “Lea’s kick is chic!”  
Dello stilista più audace e acclamato Lea fu ispiratrice e modella. Leggendarie furono le mise con le quali si esibì a Wimbledon: il pigiama di pizzo, le piume di struzzo, il gonnellino di visone, la sottanina di diamanti, il gigantesco nodo di Chanel. Nulla era troppo osè. Tutto era indossato con intelligenza e grazia. Quando Lea rischiava la sconfitta l’abito diventava austero e candido. Il segreto del successo era quello di non esporsi mai a critiche.

Quando nacque il Giornale (24 giugno 1974) Montanelli decise di farla scrivere. Fu una avventura stupenda alla quale è fedele da 35 anni.
Con il Libro "Questa Bellissima Vita" scritto nel 1976 (22.000 copie) Lea Pericoli ha vinto il secondo premio al Bancarella Sport.
Nel 2007 ha scritto “C’era una volta il tennis” (dolcevita, vittorie e sconfitte del suo amico Nicola Pietrangeli  edito da rcs) vincendo il Premio Gianni Brera a Milano e ottenendo un riconoscimento speciale a Pontremoli città del Premio Bancarella Sport. Per Marsilio Editore, nel 2009, ha scritto "Maldafrica", nostalgici ricordi di un tempo che non c'è più.

Nel 1976 Lea divenne la prima telecronista donna della storia della televisione in Italia. Ha lavorato per Telemontecarlo per oltre 20 anni conducendo anche Paroliamo, programma quotidiano durato 3 anni, passando poi a La7.
Ha lavorato per la Televisione Svizzera come telecronista e come conduttrice di programmi di moda andati in onda la domenica in prima serata.
Grazie alla perfetta conoscenza del francese e dell’inglese  per 2 anni,  ha condotto “Caccia al Tesoro” in coppia con Jocelyn, programma della Rai, che andava in onda dagli Studi di Parigi.
Ha vinto un Telegatto con "Carta Bianca", programma radiofonico condotto in coppia con Rivera e Nicola Pietrangeli.
È stata protagonista del Telefilm per Rai Due “Polvere di Stelle”. Ha collaborato con Canale Viaggi, Stream, SKI.

Dal 1973 è testimonial della Ricerca sul Cancro e della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori. Colpita da un carcinoma nel 1973 Lea riconquistò il titolo italiano a 6 mesi dall’operazione. Fu allora che Umberto Veronesi le chiese di raccontare al pubblico la sua esperienza: “Lo sport è l’immagine della buona salute. La vittoria della Pericoli per noi è un successo della scienza.” Disse allora lo scienziato.
Da 35 anni Lea, che rappresenta un sorriso di speranza per ogni malato, raccoglie fondi per aiutare i bambini colpiti dal cancro. Grazie a questo impegno a Milano sono nate case di accoglienza che ospitano gratuitamente i genitori quando i piccoli malati devono subire le dolorose cure di chemioterapia.

Dagli anni '80 Lea è anche maestra di cerimonie al Foro Italico, dove conduce con insuperabile savoir-faire le incoronazioni di campioni e campionesse.
Nel 2004 il Presidente della FIT Angelo Binagli l’ha nominata Ambasciatrice del tennis femminile, e dunque segue la Federation Cup.

Nel 2005 l’ITF ha conferito a Lea Pericoli il premio speciale “Service to the game”, riconoscimento che per la prima volta nella storia del tennis è stato assegnato a una donna. La motivazione: il contributo tennistico durato 30 anni e altrettanti di successi giornalistici e televisivi.
Nel 2007 durante la finale di Fed Cup a Mosca Lea è stata premiata dalla Federazione Internazionale con un Award of Excellence per: “il significativo contributo al successo della Coppa Davis Femminile.”

Cresciuta al sole dell'Africa orientale, Lea diciassettenne ha cominciato a prendere confidenza con lo "Stivale" e con il tennis così come giocate dalle nostre parti, nella magica Forte dei Marmi degli anni cinquanta: sui campi del "Roma" e avendo come affettuoso padrino l'indimenticabile Maestro Gino Bertolucci. Di quel momento incantato, fonte di una lunga consuetudine divenuta parte di lei, rendono testimonianza le pagine, insieme struggenti e leggere, del più bel capitolo del suo ultimo libro di memorie, edito da Marsilio nel 2009 "Maldafrica. I ricordi della mia vita", che da tutto ciò trae ispirazione e a Forte dei Marmi appunto è dedicato.

Il 2011 ha visto un ulteriore successo di Lea Pericoli con l’assegnazione del prestigioso "Premio Giornalistico Bruno Raschi" nell’ambito del Premio Bancarella città di Pontremoli, traguardo quanto mai significativo poiché, ancora una volta, mai raggiunto prima da una donna (tra i vincitori delle scorse edizioni Sergio Zavoli, Antonio Ghirelli, Maurizio Crosetti e Gianni Mura).